martedì 14 febbraio 2017

#30 La sindrome dell'exchange student


Probabilmente non ve ne accorgerete, anzi, è certo.
Probabilmente il giorno della vostra partenza sarete così presi a cercare di rincorrere il presente che neanche ve lo sentirete.
Eh difatti non ve lo sareste mai immaginato, ma invece si vi dico.
Dalla partenza vi sarete presi la forma più comune della sindrome dell'exchange student, nome dato dagli individui in cui essa è stata riscontrata più spesso e con un alto tasso di positività; appunto gli exchange students.

Non vi preoccupate; non è mortale; almeno non dovrebbe esserlo, gli studiosi stanno ancora conducendo analisi in laboratorio sui campioni raccolti.

I sintomi sono i più svariati; alcuni fastidiosi, altri meno:

NOSTALGIA:
Il soggetto, specialmente nei primi mesi della sua esperienza, subisce ripetuti attacchi di nostalgia, che si manifestano in svariati modi. Il soggetto infatti, soprattutto nei periodi di nullafacenza, inizierà a pensare solo a casa sua, alla sua quotidianità di prima, alle piccole cose del "prima esperienza". Verrà spesso colpito da "magoni" per ricordi felici troppo vividi, e stimolato dal fatto di non saper parlare bene la nuova lingua, penserà alla sua. Il risultato: un soggetto triste e depresso, anche grasso perché nel frattempo si è sfondato di merendine.

AUMENTO DI PESO:
Il troppo dosaggio delle merendine unito ad un cibo diverso, che non includa l'olio di oliva e la pasta, ma il burro e il pane con i semi, è la causa di un aumento di peso, che varia dai 2 agli 8 chili (già in 3 mesi di esperienza). Come cure si consigliano attività fisica tutti i giorni e un consumo di verdura maggiore.

CONFUSIONE:
A volte wenn man impara 2 verschiedene Sprachen può succedere che man wird ein bisschen verwirrt. Non esiste un rimedio assoluto se non il tempo.

MAL DI TESTA:
Soprattutto all'inizio. Nei primi 3 mesi, il soggetto verrà spesso colpito da mal di testa provocati dalla lunga esposizione ad una lingua diversa. Come avrete intuito, in fenomeno si verifica a scuola, dove si annidano professori noiosi e dalla voce monotona pronti a stordire i poveri malcapitati finiti per sbaglio nel loro corso.

ANSIA:
L'ansia da prestazione, o meglio l'ansia del dover parlare, si farà strada soprattutto quando si deve tenere un discorso con una persona nuova o in pubblico. Se l'individuo è ansioso, diventerà ancora più ansioso. Se non lo è lo diventerà un minimo.
Anche per questo sintomo la cura è il tempo. Più tempo passerà, meno ansia si proverà nell'affrontare le cose, pregustandosi il momento in cui si potrà di nuovo riparlare a raffica nella propria lingua. In quel caso l'effetto sarà il contrario

BIPOLARITA'
Si sviluppano inoltre le prime forme di vita molto complesse. I giorni sono dettati dall'umore; a pezzi nelle vacanze, buono durante la scuola. Esso può cambiare molto rapidamente; dalle 5 stelle del venerdì all'una della domenica sera, seguite da momenti di gioia e momenti di tristezza.

PAZIENZA:
Dopo tanto tempo, quando ormai questa parola sembrava dimenticata e persa per sempre, ecco che si inizia a ritrovare questa calma, soprattutto nei confronti di se stessi e delle persone. In generale anche del cibo, del Wetter, delle amicizie, dei voti.

IPERSENSIBILITA':
Ogni esperienza positiva diventa per il soggetto il polo di tutti i suoi pensieri per un giorno. Non importa se per 5 ore non si parla con nessuno. Se con una persona riesce a parlare, nell'individuo si manifesta una felicità e soddisfazione che dura circa le restanti 12 ore, o più

GIOIA SENZA MOTIVO:
Si è felici e non si sa perché, il tempo scorre a rallentatore e sulla faccia ci si stampa un sorriso che non vuole andare più via.

DEPRESSIONE SENZA MOTIVO:
Si piange e non si sa il perché. Il soggetto tende a chiudersi in camera sua, a piangere e a disperarsi, senza alcun motivo valido. Il soggetto si ritiene lunatico; tesi che probabilmente appoggeranno in tanti.

ACNE:
Non è stata rilevata una grande percentuale di casi a riguardo, ma meglio esserne al corrente. Se la situazione in faccia si complica, consiglio alle ragazze di andare subito da una Frauenärztin, a farsi prescrivere la pillola. Per i ragazzi purtroppo non ho esperienza per suggerire qualcosa.

DISPIACERE:
Emozione molto particolare che il soggetto sviluppa passati i 3 mesi di esperienza, rivolto alla fine di quest'ultima. Si tratta di un nodo alla gola al solo pensiero di non rivedere più le persone di questo posto, e di non rivivere più un anno con loro, così. Il soggetto cerca di scacciare questo pensiero che si fa sempre più vivo nel corso del tempo, che a volte porta alla commozione, a volte lascia impassibili. E' il più bel sentimento che si provi ( mia opinione), e anche il più triste. Porta in alto per poi risbattere in basso. E' un fuoco che ti scalda, ma che subito dopo brucia.



Se per caso in alcuni vi foste riconosciuti, beh, ne siete affetti anche voi, da questa sindrome.
I sintomi non sono dei migliori, ma di sicuro senza di loro quest'esperienza non sarebbe così strana, snervante, pazza e fantastica come lo è di suo.
E come quando la febbre viene durante il periodo di scuola, voi non preoccupatevi per quello che dovrete recuperare e non pensate solo al fatto di stare male; godete perché vi state riposando, e avrete finalmente del tempo per voi, fatto di ritmi rallentati e tisane calde ( e schifezze di cioccolata, dai ci stanno)


Ah quasi dimenticavo: la cura? Ognuno ne ha una, che troverà con calma durante il suo percorso.
Vedrete, comunque; un po' di tempo e non vorrete più togliervela di dosso questa sindrome!



Tschüssi








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