giovedì 16 marzo 2017

#35 Anno all'estero: ma ne vale la pena?

Che siate super ispirati all'idea o molto confusi, scommetto che questa domanda ve la sarete posta tutti.

Ogni ragazzo/a che intraprende questa avventura lo fa per motivi diversi, e sono parecchi; sia personali (voglia di conoscere il mondo/una nuova cultura/lingua/quotidianità/divertimento/sfida) che "strategici" (la sola conoscenza di una lingua apre le porte ad un mondo, in ambito universitario, lavorativo, remunerativo soprattutto qui in Europa).

Quello che assolutamente bisogna avere sono dei prerequisiti:

  • VOGLIA: Questa avventura la si deve proprio volere e desiderare; non si deve essere forzati da qualcun altro
  • CURIOSITA': Soprattutto per una cultura diversa, soprattutto per il paese in cui andrete, o semplicemente soprattutto per il viaggiare. Se vi piace casa vostra è inutile che partiate. Ne sentireste solo la mancanza.
  • VOLONTA': Un po' di impegno. Siate pronti a farvi in 4 per tutto, e a dare il massimo.
Questo è il minimo "bagaglio culturale" che dovrete portare dietro con voi; il resto lo imparerete per itinere, sbagliando, sbagliando e ancora sbagliando.

Ovviamente comunque prima di partire bisogna decidere se SI o NO!


Dalla mia parte ecco dei pro e contro dell'anno all'estero:


CONTRO:

  1. NOSTALGIA: Durante un periodo così lungo è normale avere dei momenti di sconforto; ma più il tempo passa più si sente la mancanza della propria famiglia. Bisogna mettere bene in conto che si soffrirà, più o meno, la mancanza dei nostri parenti, e di tutto quello che per noi era "casa". Tutto questo al contrario quando saremo tornati in Italia, suppongo.
  2. CAMBIAMENTI FISICI: In generale il nostro corpo cambia; cerca appunto di adattarsi al nuovo ambiente. Potremmo indebolirci, ingrassare, avere tanti brufoli, e così via. Potrebbe anche non succedere nulla. E' tutto da vedere
  3. PROGRAMMA SCOLASTICO: Per un motivo o per l'altro, poco tempo o poca voglia, non si riesce davvero a stare al passo con la scuola in Italia. Magari si riesce a tenere buona una materia, ma il programma è "perso" (a meno che non vi sudiate tutti i libri durante l'estate). Inoltre bisogna mettere in conto il disperato recupero in vista dell' esame informale di agosto, e della 5a con la maturità.
  4. PRIMA DI TE GLI ALTRI: Fin da quando inizierete l'anno all'estero, capirete che ci sono delle regole, anche diverse da quelle a cui siete abituati, a cui dovete sottostare. Che siano le pulizie, il dire di si anche quando non si vuole fare qualcosa, il dover sorridere e ingoiare molti bocconi amari, il frenare la lingua in certi momenti, l'essere sempre composti e disponibili. Non vi basta la pazienza? Trovatene dell'altra in fretta o fatevela bastare. 
  5. LA LINGUA: Si pensa che imparare una lingua sia un lavoro facile; che dopo 3 mesi, come fosse arrivata la fatina col tocco magico, si sia madrelingua. Ve lo dico io: imparare una lingua alla nostra età è un lavoro duro, fatto di sbagli, figuracce, brutti voti e eventuali prese in giro dei compagni; di ore in silenzio davanti a prof e compagni, di mal di testa, di vuoti confusi dove non si ha idea di cosa sia stato appena detto, di ansia da panico quando qualsiasi persona ci fa una domanda, di scene mute e di tanta, tanta frustrazione quando non si riesce a spiegare un termine a qualcuno, o si deve ripetere 5 volte ciò che si ha detto.
  6. CAMBIAMENTI: Ricordate bene che la persona che partirà non sarà quella che tornerà indietro l'anno dopo. Non lo dico per far sembrare più poetico il discorso; è davvero così, si cambia davvero modo di pensare e di agire. A volte (non esagero) si sarà talmente cambiati che non ci si troverà più tra i propri amici; che ci sembreranno diversi. Per un motivo o per l'altro ci si sentirà come in una scarpa troppo stretta: scomodi. Bisognerà reinventarsi una seconda volta
  7. METODO DRASTICO: In generale l'anno all'estero è un metodo drastico per imparare una lingua. Preparatevi quindi a prendere dei veri e propri schiaffi morali. 

Ok, mi sono impegnata, ma di cose negative non ne ho più. 
Vediamo ora i 


PRO:

  1. ESPERIENZA: L'esperienza fatta è davvero da considerarsi un'avventura. E' come un nuovo campo di gioco, dove non si conoscono nè regole, nè comandi. Ci viene sbattuto in faccia un nuovo modo di pensare, e anche tanti doveri in più, in quanto ora non ci saranno più mammina e papino a rimboccarci le coperte. Ho già scritto nei contro che è dura all'inizio, ma ragazzi/e fidatevi quando vi dico che tutto il dolore iniziale non è nulla in confronto alla gioia di parlare fluidamente in lingua, di capire cosa ci viene detto, di conversare e scherzare con i nuovi amici, di affezionarci a persone con cui non avremmo mai parlato, di avere la consapevolezza di avercela fatta e in generale conservare per sempre tanti piccoli ricordi quotidiani di successi, epic fails e "riti" tra compagni di banco. Se fossi riuscita a trasmettervi almeno la metà della mia gioia adesso, partireste subito, ve lo assicuro.
  2. UN NUOVO IO: Ci cambia, questo anno all'estero. Molti problemi adolescenziali avuti prima, come "ma il ragazzo/a lo avrò mai" oppure "non mi piaccio, sono brutto/a" o altre str....cavolate varie non ci interesseranno sinceramente più. Probabilmente perché ora avremo sviluppato le nostre sinapsi (biologia serve:)), avremo una visione più amplia del tutto, o almeno ne avremo la sensazione. Di certo sarete molto più pazienti, auto ironici, allegri. E penserete in due modi diversi. Sentirete proprio che il cervello cambia "assetto" variando da una lingua all'altra. E' difficile da spiegare, ma viverlo è di per sè un'emozione
  3. LINGUA: Io, arrivata con una conoscenza livello A2 del tedesco, mi sto ora preparando per il C1, che non trovo poi neanche difficile. Sono quasi 7 mesi che sono qui. Direi che dalla parte linguistica si fanno dei bei salti in avanti. Anche la parte orale va molto meglio, e si è davvero fluidi nei discorsi. 
  4. CULTURA: Se si è interessati alla cultura di un altro paese, questo è il modo giusto per impararla. Si assimila tantissimo durante l'anno; e tante caratteristiche, non solo generali del paese, ma anche della famiglia ospitante, finiscono per diventare anche nostre. Esempio mio: trovo molto corretto il fatto che i tedeschi, quando guidano, non cerchino di buttarsi in 3 in una strettoia, ma aspettino pazienti il loro turno. Questa caratteristica l'ho fatta mia, perché mi è piaciuta particolarmente.
  5. AMICI: Gli amici, soprattutto se exchange come te, ti salvano. Non solo ti capiscono quando sei giù, ma ti aiutano ad andare avanti, scambiano con te dubbi, momenti difficili, incomprensioni divertenti, osservazioni, critiche. Ti offrono un momento di sfogo, e dopo l'esperienza si avrà un motivo in più per girare il mondo; tutti questi amici non si visitano mica da soli!
  6. L'ARTE DI APPREZZARE: Si impara ad apprezzare tutto. Ciò che si ha, ciò che non si ha più, ciò che si vorrebbe con sè. Ed ecco che la famiglia, le uniche persone che ci ameranno davvero nel più bello, sincero e profondo dei modi, si rivela nella sua importanza. D'altra parte ora apprezziamo anche la nostra esperienza qui, perché capiamo essere unica e irripetibile, piena di alti e bassi, ma comunque perfetta. Apprezziamo tutto di più, dalle giornate di sole, alle chiacchierate con gli amici, ai momenti di solitudine. 
  7. INDIPENDENZA: Il diventare indipendenti significa che per determinate cose non si ha più bisogno di una persona o una cosa al nostro fianco. Questo vale soprattutto per le attività di tutti i giorni, come rimettere apposto la propria camera, aiutare in casa, fare la spesa per sé, organizzarsi con allenamenti/programmi per la scuola/tempo libero, ma anche per quelle come il muoversi all'estero, il prelevare soldi, la convivenza con qualcun'altro.



Ragazze e ragazzi, ovviamente queste riflessioni sono in base alla mia esperienza, che vi fornisco come unico esempio a disposizione. 
Se volete e avete voglia, provate a fare una tabella con vostri pro e contro per l'anno all'estero, e in base a quella riflettere e decidere.
Inoltre, ad un certo punto dovrete anche chiedere a voi stessi se volete partire o no. Se vi risponderete entusiasti di si, allora è meglio darsi una mossa. Se però c'è qualcosa che vi ferma, cercate di capire cos'è e decidere in base a quello. Un anno NON è  breve, ve lo assicuro. Neanche 6 mesi. E se uno non è sicuro, anche 3 mesi possono essere molto lunghi. 



Riflettete quindi e fate la scelta che più vi piace, senza aver paura di deludere nessuno. 


Al prossimo post!!




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